Quando avevo 19 anni una mia compagna di classe stava leggendo Foster Wallace.
Inutile dire che non avevo idea di chi fosse.
Ben presto dimenticai quel nome.
I percorsi della memoria sono davvero misteriosi. Tre anni dopo mi trovavo in una libreria su via Nazionale e, mentre ero indecisa tra due titoli, Infinite Jest mi balzò agli occhi -flash back con relativo salto indietro. Quello fu in mio primo foster wallace <3
Ok, ero parecchio intimidita da principio. E' un mattone di tutto rispetto.
Così ho deciso di farmi poche paranoie, prendermela comoda e leggerlo senza pregiudizi, senza saperne nulla (né del testo né dell'autore).
è un libro che ho amato, e odiato, e detestato; e nonostante tutto non ho potuto abbandonarlo. Non c'era il momento buono per leggere, perché era periodo d'esami universitari e non avrei dovuto "sprecare" tempo che, obiettivamente, mi serviva per altro; eppure il libro veniva sistematicamente preso, aperto e letto.
Non è stata una lettura vorace, ho avuto bisogno di tempo per adattarmi ai suoi ritmi e al modo in cui era scritto, ma di tempo, in più di 1000 pagine, ne ho avuto a sufficienza, e pian piano capivo che, probabilmente, nessuno altro avrebbe potuto scriverlo ed in nessun altro modo.
Non è un libro di cui parlo spesso ed è un libro che non consiglio mai, prendere quel libro e aprirlo mi sembra quasi una scelta e farla nel momento sbagliato... insomma bisogna decidere da se SE e QUANDO leggerlo.
Non è impegnativo per la mole, ma per gli argomenti (semplificando in maniera assurda diciamo che l'argomento principale è la dipendenza declinata in tutte le sue forme) e per il modo in cui vengono presentati.
Dopo le prime 200 pagine ero completamente ed assolutamente dentro al libro, io ci vivevo lì, dentro alla ETA su quella collina!
I personaggi sono tantissimi e la trama più la si spiega e meno chiara sembra. Inoltre credo che vada letto e basta, niente trama o altro, ognuno poi penserà di quelle pagine ciò che vuole (tenerle in libreria o come spessore per un letto con un piede rotto!)
Per chi non può proprio farne a meno inserisco la trama da wiki: La trama del libro s'incentra sulla cartuccia smarrita di un film, a cui spesso nel libro si fa riferimento denominandola "l'Intrattenimento", ma intitolata Infinite Jest dal suo autore, James Incandenza. La visione del film produce un vero e proprio piacere fisico talmente intenso che i suoi ignari spettatori dopo pochi istanti diventano catatonici e perdono qualsiasi interesse per tutto ciò che non sia l'infinita visione del film. La cartuccia rappresenta l'incarnazione estrema della dipendenza, uno dei temi centrali del romanzo, che si svolge in gran parte nell'accademia di tennis fondata da Incandenza (l'ETA) situata nei sobborghi di Boston, e nell'attigua casa di recupero e reinserimento per tossicodipendenti (l'Ennet House) in cui presta servizio Don Gately, un ex ladro d'appartamenti e tossicodipendente in via di reinserimento. Nel mondo futuristico del romanzo, il Nord America è uno stato unico composto dagli Stati Uniti, dal Canada e dal Messico, denominato Organization of North American Nations (O.N.A.N., un acronimo che richiama con chiarezza la pratica della masturbazione o onanismo). Le grandi imprese acquistano il diritto di dare il nome a ciascun anno del calendario e da ciò, ad esempio: "Anno del Pannolone per Adulti Depend". Inoltre, quelli che una volta erano gli Stati Uniti del nord est sono diventati un'enorme e insalubre discarica annessa al Quebec, in cui confluiscono le scorie del processo di anulazione, conosciuta come "La Grande Concavità". Di converso, il Canada tende a non voler riconoscere il territorio come proprio (per ovvii motivi): si tratta, insomma, di una terra di nessuno.
«Se in virtù di carità o disperazione doveste mai trovarvi a passare del tempo in una struttura statale di recupero da Sostanze come la EH, verrete a sapere molte cose nuove e curiose. Scoprirete che [...] si riesce ad avvertire una specie di microsballo anfetaminico se si consumano in rapida successione tre Millennial Fizzy e una confezione di biscotti Oreo a stomaco vuoto. [...] Che riguardo alle funzioni sessuali ed escretive le persone di sesso femminile sanno essere volgari quanto quelle di sesso maschile.[...] Che un paradosso poco menzionato della dipendenza da una Sostanza è il seguente: una volta che siete così schiavi di una Sostanza da doverla abbandonare per salvarvi la vita, la Sostanza schiavizzante è diventata per voi così profondamente importante che uscirete di senno quando ve la porteranno via. Oppure che a volte, dopo che la vostra Sostanza vi è stata portata via per salvarvi la vita, mentre siete inginocchiati per le preghiere obbligatorie della mattina o della sera, vi troverete a pregare perché vi sia consentito di perdere letteralmente il senno, di avvolgere la vostra mente i un vecchio giornale e lasciarla in un vicolo a cavarsela senza di voi. [...] Che oltre il cinquanta per cento delle persone con una dipendenza da Sostanza è contemporaneamente affetto da qualche altra forma di disturbo psichiatrico. [...] Che la validità logica di un argomento non ne garantisce la verità. [..] Che statisticamente è più facile liberarsi da una dipendenza per le persone con un basso QI che per quelle con un QI più alto. [...] Che è possibile abusare fino all'assuefazione di antinfluenzali e antistaminici da banco. Che le attività noiose diventano perversamente molto meno noiose se ci si concentra molto su di esse. [...] Che esiste una cosa come la cruda, incontaminata, immotivata gentilezza. Che è possibile addormentarsi di botto durante un attacco d'ansia. [...] Che la maggioranza delle persone con una dipendenza da Sostanza è anche dipendente dal pensare, nel senso che ha un rapporto compulsivo e insano con il proprio pensiero. [...] Che ci vuole un grande coraggio per dimostrarsi deboli. Che nessun singolo momento individuale è in sé insopportabile. [...] Che è possibile fumare così tante sigarette da farsi delle piccole ulcerazioni bianche sulla lingua. Che il cliché "Non so chi sono" sfortunatamente si rivela più di un cliché. Che provare a ballare da sobri è tutto un altro paio di maniche. Che per qualche perversa ragione, è spesso più divertente desiderare qualcosa che averlo. Che è consentito VOLERE. Che tutti sono identici nella segreta tacita convinzione di essere, in fondo, diversi dagli altri. Che questo non è necessariamente perverso.» (pp. 239-245)
David Foster Wallace, Infinite Jest, Fandango libri, 2000, pp. 1440 € 25.00
David Foster Wallace, Infinite Jest, Einaudi, 2006, pp. 1281 € 27.00


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