Ci sono autori cui ti affezioni senza capirne la ragione, d'altro canto ho sempre pensato che i sentimenti siano impossibili da spiegare razionalmente... ma proviamoci lo stesso!
Lo stile di scrittura di Coe è sempre semplice e quasi colloquiale, eppure, arrivati all'ultima pagina del libro, vi sentirete toccati dalla sua raffinatezza intrinseca; non so dove si nasconda pagina dopo pagina, ma c'è, e quando ci si appresta a lasciare il libro chiuso sullo scaffale la si percepisce più chiaramente.
Proprio per questo non sono certa riuscirò ad essere davvero obiettiva sul libro "Questa notte mi ha aperto gli occhi" (ma in fin dei conti quale lettore riesce ad esserlo davvero!?).
"Non è colpa mia! Ero solo nel posto sbagliato al momento sbagliato!", credo tutti lo abbiamo pensato almeno una volta nella vita, ma nel caso del nostro libro questa semplice esclamazione diventa la spina dorsale di una storia da ricostruire dalla fine all'inizio...
William è il protagonista, di quelli che fanno tenerezza, ha un sogno che con l'andare del tempo è diventato un po' fiacco, il tempo sembra sfuggirgli tra le dita come sabbia fine, ed è incagliato in una relazione platonica che lo distrugge e lo consuma.
Guardando il nostro protagonista vien voglia di dare una pacca sulla spalla a Coe e chiedergli: "Pensi davvero che ce la farà? Credi che sopravviverà fino alla fine del romanzo senza suicidarsi?", ebbene il nostro William vi stupirà! No niente fuochi d'artificio... ma saprà risalire la sua personalissima china ed affrontare i suoi demoni personali.
Strano a dirsi ma, dovendo a tutti i costi mettere un'etichetta alla storia la più adeguata sarebbe quella del "noir".
Tra personaggi secondari più o meno credibili (ma tutti con proprio peso ed un grosso bagaglio emotivo), dischi degli anni 80, spartiti musicali e situazioni rocambolesche leggere queste pagine è davvero un piacere!
Piccola nota: nell'edizione edita per Feltrinelli sono stati inseriti: un'introduzione dell'autore (molto piacevole!) e un'appendice (proprio brutta!).